18 Nov L’identità professionale ci guida nelle scelte
Un passo alla volta
Uno dei maggiori errori che si possono commettere in questo momento di scelta è quello di affrontarlo come un passo singolo e a breve termine. Meglio ragionare in base all’obiettivo finale che non è adesso, ma molto più lontano. Non ha molto senso intraprendere un percorso, se prima non si sa dove si vuole andare. Per capire in quale ambito professionale i ragazzi possano trovare interesse e soddisfazione in futuro, la domanda da porsi in questo momento di scelta non è “a cosa ti iscrivi il prossimo anno?”, piuttosto “che cosa vuoi diventare?”, individuando quale tipo di ambito professionale è più compatibile con le caratteristiche del ragazzo.
Per orientarsi verso il futuro, intanto dobbiamo cercare di capire le caratteristiche dei ragazzi, ovvero provare a scoprire che tipo di “identità professionale” abbiano. Capire il concetto di identità professionale non è facile, soprattutto con ragazzi molto giovani può sembrare ardito il metterli in relazione con il mondo del lavoro, ma alla fine, per tutti, è lì che conduce il lungo viaggio del percorso formativo, quindi mi sento obbligato a farlo, cercando di essere pratico:
Qualche caratteristica la possiamo individuare, proviamo a fare qualche esempio per chiarirci le idee:
UFFICIO O IN MOVIMENTO?
Ragazzi e ragazze che preferiscono lavorare alla scrivania, in un ambiente chiuso e protetto; altri, invece, si trovano più a loro agio in una situazione in cui si può muovere, uscire e fare.
CONTATTO COL PUBBLICO O NO?
C’è chi è forte nella relazione con gli altri e nello stare a contatto con le persone, ha molti amici e gli dedica tempo ed energia; c’è chi, invece, trova più interessante passare le giornate più in solitaria, con pochi amici e ben selezionati.
PRATICA O TEORIA?
Uno potrebbe essere più portato verso attività basate sull’elaborazione teorica e progettuale, per esempio la lettura, la musica oppure la scrittura di testi; un altro preferisce attività con risvolti pratici, operativi, improntati alla concretezza del “fare”, anche di tipo manuale e sportivo.
CREATIVI O PRECISINI?
Qualcuno si trova meglio in attività e lezioni in cui si prediligono metodo, precisione, accuratezza nei processi, rispetto di regole e procedure. Altri potrebbero essere più produttivi in attività e ambienti dove in prevale il disordine creativo o dove devi fare sempre cose diverse a seconda dei momenti e delle situazioni.
CONCLUSIONI
L’identità professionale è fondamentale per orientarsi, ovvero prendere una direzione iniziale, verso il proprio futuro. Indirizzare i ragazzi verso un ambito lavorativo in cui le sue caratteristiche prevalenti sono richieste, lo porterà verso una professione in cui, presumibilmente, otterrà più soddisfazioni con meno sforzo. Ovviamente l’identità professionale, ovvero le caratteristiche dei ragazzi, non devono essere interpretate come una regola, ma come uno strumento per orientarsi in un lungo viaggio, in cui ci saranno bivi, cambi di direzione, ostacoli e avvenimenti imponderabili.
Andare contro la propria identità professionale nella scelta del percorso a medio termine è un errore strategico che può condizionare il percorso dei ragazzi e che di solito ha la sua maturazione dopo il diploma o nel primo anno di università.
Tenendo conto che i ragazzi passeranno sul posto di lavoro il 60% del tempo, l’obiettivo che ci dobbiamo porre, perché ancora sono giovani e hanno il tempo di provarci, non è quello di trovare un lavoro meno peggio, ma di puntare il proprio mirino verso un ambito lavorativo che gli piacerà e che, proprio perché in armonia con le loro caratteristiche, faranno più volentieri e avendo maggiore soddisfazione.
Tommaso Marchini