22 Ott Il web e i nuovi social hanno cambiato i ragazzi
“I cambiamenti cognitivi, emotivi e corporei, uniti a quelli che si impongono nella realtà esterna, spesso suggellati dal passaggio a un nuovo ordine di scuola, possono creare una frattura nel percorso di crescita, perché l’adolescente può non sentirsi sufficientemente equipaggiato per far fronte a queste novità” – Matteo Lancini –
Parto da questa citazione di un noto psicoterapeuta, M. Lancini, che conosce molto bene gli adolescenti, dato che ci lavora da anni, per introdurre un tema in linea con il nostro Blog.
Avevo già detto alcune cose, le tratteggio per chiarezza ulteriore.
SCEGLIERE
Che cosa significa scegliere in adolescenza? Che cosa è necessario, tenere in considerazione? Quali sono le caratteristiche psicologiche dell’adolescente, dato che gran parte del tempo, oggi, i nostri ragazzi e le nostre ragazze, la passano in quello che potremo chiamare, “l’altro mondo”, il Web e i New Social. Come si cresce con un cellulare in mano, fin dai primi mesi di vita? La dimensione virtuale, che fa da balia a molti, troppi, bambini contemporanei, e che vede un aumento della sua frequentazione proprio in adolescenza, come li dispone verso la realtà, la vita, le relazioni con gli altri? Influenza lo stile di vita e in questo caso anche il modo di fare delle scelte?
La risposta ad una situazione così complessa può essere semplice. Scegliere significa, avere presente chiaramente tutte le possibilità, che si possono mettere in campo per fare dei confronti, per poter paragonare realtà differenti, per poter connettere tra loro aspetti interni, diciamo così, psicologici, quali: le motivazioni, le capacità, il dominio delle proprie emozioni, lo stile di apprendimento e gli aspetti esterni: la Scuola, come sono organizzate, quali discipline offrono, gli stili di insegnamento, e ancora l’idea di futuro che in un adolescente, campeggia evanescente in una dimensione fantastica al di là del tempo e dello spazio. Che cosa accade quando la realtà, così come la intendiamo noi adulti, è vista dai ragazzi in modo del tutto differente, quando ci vengono descritte situazioni lavorative future, irreali, punteggiate da facili successi, da esaltanti avventure sul Web, attraverso lavori che noi, miseri, non riusciamo nemmeno ad immaginare?
In altre parole come può un ragazzo del 2019 affrontare una scelta che condizionerà la sua vita per i prossimi cinque anni, in un contesto in cui, spesso è abituato non solo a guardare quello che fanno gli altri e a copiare quelli che vengono identificati come modelli, oggi si chiamano influencer.
Sono quei personaggi di successo sui social, valutabile attraverso il numero di like ottenuti e dal followers da cui vengono seguiti. Ogni fascia d’età ha i suoi modelli, che dettano le regole per essere al top, o volte solo per risultare decentemente “visibile” tra loro, visibile nel contesto della grandissima, sterminata platea del web, unica vera chiave per poter appartenere ad un gruppo, per essere stimati e valorizzati dai coetanei.
Questo è il motivo per cui, una ragazza, un ragazzo cercheranno di regolare le proprie emozioni, i propri pensieri, le modalità di relazione con l’esterno, in vista della decisione, attraverso l’utilizzo di uno strumento, che difficilmente può essere utile in questo momento. Il cellulare, la porta magica verso i social nella mitologia contemporanea, appare improvvisamente inutile, offre mille informazioni, mille paragoni, moltiplica le offerte e le opzioni di scelta, ma non offre spunti utili per una scelta che sia veramente personale, che ti riguarda direttamente, in cui devi guardare e decidere quale può essere la strada migliore per te, proprio per te, quale può essere la scelta migliore dal tuo punto di vista.
Al contrario, in questo caso, è necessario mettere a tacere la voce del Web, quel richiamo della foresta, che ha pervaso la vita dei nostri adolescenti, le Sirene di Ulisse, che ti indicano porti felici, lontani, bellissimi, facili da raggiungere, dove non esiste noia, fatica, impegno costante, determinazione, spesso visti come la soluzione finale, facile, per tutte le indecisioni e per tutte le proprie debolezze. Il ruolo dell’adulto allora diventa importante, decisivo per riportare il tema al centro di una valutazione plausibile, praticabile, concreta, che sappia coniugare abilità, competenze e ambiente.
Ecco alcuni punti strategici per divenire genitori sufficientemente efficaci per accompagnare alla scelta:
- Il punto di partenza: Prendere in considerazione il consiglio orientativo, offerto dalla Scuola Secondaria di primo grado, è una indicazione chiara, ponderata che, diciamo così, “tiene i piedi per terra”, offrendo indicazioni realistici e ritagliate sul profilo di vostro figlio. È infatti un consiglio che deriva da un lavoro sistematico di indagine specifica, accompagnato dalla conoscenza che i docenti della scuola secondaria di 1 grado hanno maturato nel corso di attività svolte con gli alunni negli ultimi tre anni.
- L’Ascolto: empatizzare con i desideri dei ragazzi, senza giudicarli, prendendoli sul serio perché per avere la possibilità di affiancarli dobbiamo dar loro credito, indipendentemente da quello che pensiamo dei loro discorsi. Catturiamo la loro fiducia, condividiamo il percorso di esplorazione, gli “open day” delle Scuole Superiori, negli istituti che decidono di visitare, nelle vetrine dell’offerta formativa, dove potranno conoscere i docenti e gli alunni di quegli Istituti, e soprattutto, restiamo in attesa, dei dubbi e delle richieste, delle incertezze che arriveranno, senza anticiparli, senza assumere l’atteggiamento di chi vuole dimostrare di saperla lunga, senza assillarli.
- Gli amici : ricordiamoci che il gruppo dei pari ha un bel peso nella vita dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze. Infatti una buona percentuale di Studenti segue l’amico del cuore o il gruppetto che dalla Scuola Secondaria di 1 Grado si sposta alle Superiori. Di questo spesso non sono consapevoli o se lo sono, tendono a sminuire l’influenza che hanno ricevuto per una sorta di difesa personale, per sentirsi allo stesso livello degli altri. Quindi abbiate cura delle amicizie dei vostri figli, cercate di conoscerli, di dialogare con loro in modo da poter capire se e come potrebbero essere influenti nel determinare una scelta piuttosto che un’altra.
- Il contesto : Sforzatevi di comprendere il vostro punto di vista, e quello del partner, la famiglia cosa pensa di vostro figlio, del suo modo di stare al mondo? L’idea che avete si fonda su un ragazzo reale? Lo conoscete a fondo ? Voi pensate di conoscerlo bene? Siete in grado di tratteggiare le sue caratteristiche psicologiche, comportamentali, emotive, o avete chiarezza soprattutto delle sue fragilità. Potrebbe non essere proprio così, potreste avere dei pregiudizi per eccesso o per difetto. Potreste sopravvalutare alcune sue doti o al contrario sottovalutarle. In questi casi la scelta della nuova scuola potrebbe diventare “compensativa”, lo indirizzo verso la scuola che secondo me, secondo noi genitori, potrebbe essergli più utile dato le sue doti ed il suo carattere, per il suo grado di impegno.
- L’indipendenza : in questo percorso ad ostacoli, alla fine, dovrà scegliere lui, anche se tutto vi dirà che sta facendo un grosso errore, dovreste avere la pazienza di lasciare fare. In questo modo inizia l’assunzione di responsabilità che lo porterà inevitabilmente a capire se ha scelto bene o no e nel caso saprà strutturare un percorso alternativo magari cambiando scuola o indirizzo. Vi ricordo che questo è previsto dalla normativa scolastica proprio nel primo biennio, quando a volte gli alunni decidono di cambiare.
- La Scuola : ultimo pensiero lo rivolgo alle scuola. Non esistono scuole facili e scuole difficili, esistono Istituti con modalità e stili di insegnamento differenti, oltre ai soliti indirizzi che si specificano in materie o gruppi di materie differenti. È importante non alimentare le “leggende metropolitane” per le quali esisterebbero delle graduatorie di istituti, in cima il Classico in fondo il Professionale. Niente di più fuorviante e confusivo !
In tutte le scuole si studia, quello che può cambiare è il modo di insegnare e di lavorare in classe. Ogni scuola autonomamente si organizza in base alle risorse e alle professionalità che vi sono all’interno. La scuola facile, in cui non si studia potrà anche esistere nella fantasia di qualcuno, di sicuro però se così fosse, non preparerebbe all’università e tanto meno al lavoro, e quindi che senso avrebbe? Quello di perdere del tempo.
E’ bene chiarire con efficacia questo punto, perché a volte le leggende metropolitane, condizionano la scelta ma si dimostrano del tutto infondate e finiscono per rovinare qualche carriera di giovane promessa dello studio.
Ora dopo avermi pazientemente letto fino a qui, avrete in testa molte più domande che risposte, e così che i vostri dubbi vi accompagneranno nel modo in cui applicherete, meglio, declinerete la vostra genitorialità, sono sicuro che farete meno errori, sarete più cauti, più sensibili, più empatici, infatti il dubbio aiuta a riflettere di più e spinge ad una maggiore attenzione sia negli atteggiamenti che nei comportamenti, al contrario le certezze generano rigidità incomprensioni e incomunicabilità.