07 Nov Sei mosse per accompagnare a scegliere
Ecco alcuni punti strategici per divenire genitori sufficientemente efficaci per accompagnare alla scelta:
Il punto di partenza
Prendere in considerazione il consiglio orientativo, offerto dalla Scuola Secondaria di primo grado, è una indicazione chiara, ponderata che, diciamo così, “tiene i piedi per terra”, offrendo indicazioni realistici e ritagliate sul profilo di vostro figlio. È infatti un consiglio che deriva da un lavoro sistematico di indagine specifica, accompagnato dalla conoscenza che i docenti della scuola secondaria di 1 grado hanno maturato nel corso di attività svolte con gli alunni negli ultimi tre anni.
L’Ascolto
Empatizzare con i desideri dei ragazzi, senza giudicarli, prendendoli sul serio perché per avere la possibilità di affiancarli dobbiamo dar loro credito, indipendentemente da quello che pensiamo dei loro discorsi. Catturiamo la loro fiducia, condividiamo il percorso di esplorazione, gli “open day” delle Scuole Superiori, negli istituti che decidono di visitare, nelle vetrine dell’offerta formativa, dove potranno conoscere i docenti e gli alunni di quegli Istituti, e soprattutto, restiamo in attesa, dei dubbi e delle richieste, delle incertezze che arriveranno, senza anticiparli, senza assumere l’atteggiamento di chi vuole dimostrare di saperla lunga, senza assillarli.
Gli amici
Ricordiamoci che il gruppo dei pari ha un bel peso nella vita dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze. Infatti una buona percentuale di Studenti segue l’amico del cuore o il gruppetto che dalla Scuola Secondaria di 1 Grado si sposta alle Superiori. Di questo spesso non sono consapevoli o se lo sono, tendono a sminuire l’influenza che hanno ricevuto per una sorta di difesa personale, per sentirsi allo stesso livello degli altri. Quindi abbiate cura delle amicizie dei vostri figli, cercate di conoscerli, di dialogare con loro in modo da poter capire se e come potrebbero essere influenti nel determinare una scelta piuttosto che un’altra.
Il contesto
Sforzatevi di comprendere il vostro punto di vista, e quello del partner, la famiglia cosa pensa di vostro figlio, del suo modo di stare al mondo? L’idea che avete si fonda su un ragazzo reale? Lo conoscete a fondo ? Voi pensate di conoscerlo bene ? Siete in grado di tratteggiare le sue caratteristiche psicologiche, comportamentali, emotive, o avete chiarezza soprattutto delle sue fragilità. Potrebbe non essere proprio così, potreste avere dei pregiudizi per eccesso o per difetto. Potreste sopravvalutare alcune sue doti o al contrario sottovalutarle. In questi casi la scelta della nuova scuola potrebbe diventare “compensativa”, lo indirizzo verso la scuola che secondo me, secondo noi genitori, potrebbe essergli più utile dato le sue doti ed il suo carattere, per il suo grado di impegno.
L’indipendenza
In questo percorso ad ostacoli, alla fine, dovrà scegliere lui, anche se tutto vi dirà che sta facendo un grosso errore, dovreste avere la pazienza di lasciare fare. In questo modo inizia l’assunzione di responsabilità che lo porterà inevitabilmente a capire se ha scelto bene o no e nel caso saprà strutturare un percorso alternativo magari cambiando scuola o indirizzo. Vi ricordo che questo è previsto dalla normativa scolastica proprio nel primo biennio, quando a volte gli alunni decidono di cambiare.
La Scuola
Ultimo pensiero lo rivolgo alle scuola. Non esistono scuole facili e scuole difficili, esistono Istituti con modalità e stili di insegnamento differenti, oltre ai soliti indirizzi che si specificano in materie o gruppi di materie differenti. È importante non alimentare le “leggende metropolitane” per le quali esisterebbero delle graduatorie di istituti, in cima il Classico in fondo il Professionale. Niente di più fuorviante e confusivo ! In tutte le scuole si studia, quello che può cambiare è il modo di insegnare e di lavorare in classe. Ogni scuola autonomamente si organizza in base alle risorse e alle professionalità che vi sono all’interno. La scuola facile, in cui non si studia potrà anche esistere nella fantasia di qualcuno, di sicuro però se così fosse, non preparerebbe all’università e tanto meno al lavoro, e quindi che senso avrebbe? Quello di perdere del tempo. E’ bene chiarire con efficacia questo punto, perché a volte le leggende metropolitane, condizionano la scelta ma si dimostrano del tutto infondate e finiscono per rovinare qualche carriera di giovane promessa dello studio.
Ora dopo avermi pazientemente letto fino a qui, avrete in testa molte più domande che risposte, e così che i vostri dubbi vi accompagneranno nel modo in cui applicherete, meglio, declinerete la vostra genitorialità, sono sicuro che farete meno errori, sarete più cauti, più sensibili, più empatici, infatti il dubbio aiuta a riflettere di più e spinge ad una maggiore attenzione sia negli atteggiamenti che nei comportamenti, al contrario le certezze generano rigidità incomprensioni e incomunicabilità.
Giuliano Brusaferro